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Import export alimentare Italia: tutto quello che c’è da sapere

Import export alimentare Italia: tutto quello che c'è da sapere

L’Italia è una terra di buongustai e produttori di delizie: anche per questo l’import export alimenti e bevande è un settore così vivace. Secondo le elaborazioni dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), nel primo semestre del 2020 le esportazioni agroalimentari italiane hanno raggiunto i 22,1 miliardi di euro, una “fetta” che rappresenta l’11% dell’export complessivo nazionale e che ha attestato una crescita del 3,5% su base annua.

Export agroalimentare: i prodotti di punta

I beni più esportati dal nostro Paese sono cereali, riso e derivati, subito seguiti dal vino e dagli ortaggi freschi e trasformati. Le attività di import export agroalimentare Italia hanno creato una value chain basata sulla promozione di prodotti eccellenti che coniugano una qualità sopraffina al fascino del Made in Italy, ancora estremamente popolare sui mercati internazionali come garanzia di gusto e benessere.

Certificati export alimenti

Per poter esportare alimenti di qualsiasi tipologia i produttori italiani sono tenuti a fornire alle autorità dei Paesi importatori adeguate garanzie igienico-sanitarie. A questo proposito il Ministero della Salute offre la possibilità di consultare un elenco dei certificati sanitari che devono accompagnare le merci a seconda della tipologia di prodotto e del Paese verso il quale sono destinate. In linea generale, le categorie individuate per il consumo umano sono tre: carni e prodotti a base di carne, latte e prodotti a base di latte, altri alimenti e vegetali.

Aprire import export alimentare: come farlo

Avviare un’azienda export alimentare in Italia significa poter contare su prodotti altamente appetibili come pasta, vino, olio EVO, mozzarella e Parmigiano Reggiano, riconosciuti e apprezzati in Paesi sparsi in tutto il mondo. Per aprire un’attività di questo tipo, però, è necessario osservare norme più stringenti di quelle applicate a settori meno legati a salute e benessere: agli imprenditori di import-export alimentare, infatti, viene richiesto di provvedere alla corretta etichettatura e marcatura dei prodotti (es. simbolo CE), al pagamento delle accise e all’ottenimento di tutte licenze necessarie.
A livello organizzativo, i passaggi necessari ad aprire un’attività di import export alimentare sono principalmente 3:

Analisi e ricerche del mercato di destinazione

Chi sono i tuoi potenziali clienti? Vuoi rivolgerti a piccoli rivenditori, alla GDO o al settore HoReCa? In che area geografica e socioculturale vuoi inserirti?

Pianificazione degli investimenti

Di quante e quali risorse umane hai bisogno per gestire il tuo progetto import-export? Vuoi occuparti internamente di stoccaggio e logistica o preferiresti affidare questi passaggi delicati a un partner esperto? Ogni scelta alla base della tua operatività si tradurrà in costi da preventivare.

Oneri burocratici

Dopo aver registrato la tua azienda dovrai raccogliere informazioni sui regolamenti specifici che normano il settore e ottenere una licenza commerciale import-export.

 

ONT può aiutarti a realizzare il tuo progetto di import export agroalimentare offrendoti tutto il supporto necessario in termini di stoccaggio e movimentazione merci, occupandosi anche di beni delicati come vino, olio d’oliva e prodotti freschi. Scopri di più cliccando qui.

Dal Blog

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